Spesso si commette l’errore di confondere la depressione per tristezza. Bisogna imparare a scorgere i segnali che le persone ci inviano.
Quante volte abbiamo dovuto affrontare, nel corso della nostra vita, dei momenti in cui ci siamo sentiti giù a causa di qualcuno o qualcosa. È accaduto sicuramente a tutti di avere dei momenti di down che ci hanno fatto cadere in un senso di sconforto dove vedevamo tutto nero. Però c’è una sottile differenza, una linea invisibile che separa l’essere tristi dall’essere depressi. E spesso chi è accanto a noi non riesce subito a cogliere i diversi segnali e le sfumature tra le due.
Depressione Vs tristezza: differenze
Quando finisce un amore, quando abbiamo problemi sul lavoro o solo quando abbiamo dovuto affrontare una brutta giornata ecco che siamo pervasi da un senso di tristezza e di angoscia. Spesso le persone accanto a noi ci consigliano di uscire, per svagare la mente. Un consiglio, questo, utile quando però non lo si propone a chi sta combattendo una guerra interiore più complessa.
La depressione, infatti, non può essere sconfitta solo attraverso le parole ma bisogna affrontarla nel modo giusto e soprattutto con i giusti mezzi e competenze. Lo ha affermato anche Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg):
“La depressione è ancora sottovalutata ma non è un difetto, un vizio, un tratto del carattere: è una malattia in cui ci sono ben precise cause biochimiche, associate spesso a tratti genetici o caratteriali di predisposizione”.
Depressione al tempo del Coronavirus
Durante il periodo della pandemia, inoltre, è stato riscontrato come questa condizione abbia avuto un impatto negativo tra chi soffre di questa patologia. Ad affermarlo è stato lo stesso Brignoli che ha ammesso:
“Le relazioni umane diventate sempre più virtuali, gli adolescenti deresponsabilizzati, la fretta e la pressione per i risultati sono tutti elementi che favorivano la comparsa di disturbi dell’umore anche prima del coronavirus. [..] I dati di una nostra ricerca su circa ventimila persone indicano che in questi mesi sono cresciuti del 30% i sintomi di ansia e soprattutto del 40-50% quelli depressivi. Nel dopo-lockdown una persona su due sta manifestando segni di depressione”.